OCA Oasis Contemporary Art offre un’esperienza immersiva nel cuore dell’Appennino Pistoiese, all’interno della riserva naturale Oasi Dynamo, con un percorso ad anello ricco di opere, realizzate da protagonisti della scena contemporanea come Alejandro Aravena, Mariangela Gualtieri con Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Quayola, David Svensson, Pascale Marthine Tayou e Matteo Thun.
Il percorso, nato sotto la guida artistica di Emanuele Montibeller, e coordinata dal project manager Roberto Castellani, risponde alla domanda “Come abiteremo il mondo?” e si declina in molti aspetti, urbanistici, filosofici, culturali, ambientali. A dare vita alle esposizioni sono stati chiamati architetti e urbanisti di fama mondiale, che hanno pensato opere esclusivamente in situ, non solo adattandosi alle caratteristiche locali ma entrando proprio in una simbiosi profonda col luogo stesso.
Il percorso si presenta come le tappe di una narrazione: ciascuna installazione, ciascuna opera dialoga con le altre rilanciando il tema di fondo a declinandolo secondo la sensibilità, la provenienza geografica, la cultura di origine, l’esperienza umana e professionale di ogni artista e di ogni architetto coinvolto nel progetto. Non ci sono risposte prestabilite: tutte le installazioni sollecitano più domande che risposte, forniscono esempi o prototipi di una possibile riorganizzazione del nostro “stare al mondo” e rappresentano in fondo le tappe o i tasselli di una narrazione aperta, dialogante, cogenerativa.
A OCA non ci sono “installazioni” ma “opere”, non ci sono “visitatori” ma “persone” e il “percorso espositivo” qui diventa Sentiero.
OCA Oasis Contemporary Art offers an immersive experience in the heart of the Pistoia Apennines, within the Oasi Dynamo nature reserve, featuring a circular route rich with works created by leading figures of the contemporary scene such as Alejandro Aravena, Mariangela Gualtieri with Michele De Lucchi, Kengo Kuma, Quayola, David Svensson, Pascale Marthine Tayou, and Matteo Thun.
The route, developed under the artistic direction of Emanuele Montibeller, and coordinated by project manager Roberto Castellani, responds to the question “How will we inhabit the world?” and unfolds across many dimensions—urbanistic, philosophical, cultural, and environmental. World-renowned architects and urban planners were invited to bring the exhibitions to life, designing works exclusively in situ, not only adapting to local characteristics but entering into a deep symbiosis with the place itself.
The route presents itself as the stages of a narrative: each installation, each work, dialogues with the others, echoing the central theme while expressing it through the sensitivity, geographic origin, cultural background, and human and professional experience of each artist and architect involved in the project. There are no predetermined answers: all installations provoke more questions than answers, offering examples or prototypes of a possible reorganization of our “way of being in the world” and ultimately representing the stages or pieces of an open, dialogic, co-creative narrative.
At OCA, there are no “installations” but “works,” no “visitors” but “people,” and the “exhibition route” here becomes a Path.
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